Le donne

I Fogli matricolari delle donne che hanno preso parte alla lotta partigiana nel territorio della provincia di Ancona sono stati versati all’Archivio di Stato a marzo 2025.

Si tratta di 278 fascicoli intestati alle donne che hanno ottenuto il riconoscimento della qualifica di “patriota”, “partigiano”, “partigiano combattente”: un numero che dà l’idea dell’importanza del ruolo delle donne nel movimento di liberazione. Tra i documenti più interessanti troviamo le dichiarazioni rese dalle partigiane stesse o dai capi partigiani che si sono avvalsi del loro importante contributo.

Le staffette, come Mafalda Ulisse, avevano il compito di curare i collegamenti tra le varie formazioni partigiane, trasmettendo ordini, stampa clandestina, nascondendo e distribuendo sia beni alimentari che armi. Spesso ponevano a rischio la loro vita: Nicolina Mosconi, per esempio, fu tenuta in ostaggio dai nazifascisti da gennaio a marzo del 1944.

Queste donne, non meno che gli uomini, dovettero affrontare una vita di disagi e privazioni, come Anna Petrolati, provata nel fisico dal gelo dei monti arceviesi, o Cesarina Savini, che, gravemente malata, arrivò a nascondere le armi dei compagni partigiani sotto al materasso del suo letto d’ospedale, morendo pochi giorni prima della liberazione d’Ancona.


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