Il 6 febbraio 1944 Pietro Brutti, Alessandro Maggini e Amedeo Galassi, riconosciuti come maggiori autorità del GAP di Ostra, furono sottoposti a un processo sommario nel palazzo comunale da parte di ufficiali tedeschi e autorità fasciste, furono condannati a morte, portati sotto il muro di cinta del paese e lì fucilati. L’Archivio di Stato di Ancona conserva i Ruoli Matricolari dei tre partigiani. Proprio ad Alessandro Maggini fu in seguito intitolato il distaccamento partigiano di Ostra, e a lui è dedicata anche la via dove si trova l’attuale sede dell’Archivio di Stato.
A solo due giorni di distanza dall’eccidio di Ostra, un altro protagonista della lotta partigiana finì nelle mani della Guardia Nazionale Repubblicana: Gino Tommasi, nome di battaglia “Annibale”, comandante della 5ª Brigata Garibaldi "Ancona". Vittima di una soffiata, fu catturato nella sua abitazione di Via Isonzo 54. Tommasi fu consegnato ai tedeschi e fu deportato a Gussen III, sottocampo di Mauthausen, dove morì a poche ore dalla liberazione del campo. In Archivio si conserva il fascicolo del processo intentato contro i presunti delatori di Tommasi, a seguito della denuncia della vedova dell’ingegnere, Alma Vecchini, presentata il 27 giugno 1945. Il verbale del suo interrogatorio ricostruisce le vicende che portarono alla morte di “Annibale”.
Tra le carte della Questura di Ancona si conserva invece la serie dei Sorvegliati politici, cioè le "Persone pericolose per la sicurezza dello Stato". Tra i vigilati durante il ventennio fascista figurano alcuni tra quelli che avrebbero avuto un ruolo importante nella lotta per la Liberazione. Di alcuni di essi conserviamo la foto: Oddo Marinelli, repubblicano, durante la Resistenza diventerà presidente del CLN marchigiano; Pietro Pergoli, medico, repubblicano, sarà alla testa dei gappisti di Falconara; il comunista Raffaele Maderloni, incaricato di curare i collegamenti tra il CLN marchigiano e le brigate garibaldine; Alfredo Spadellini, comunista, già volontario in Spagna per combattere contro Franco, sarà il vicecomandante “Frillo” della 5^ Brigata Garibaldi Ancona; Alfredo Ponzetti, repubblicano, ricoprirà il ruolo di Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale di Jesi.
Soprintendenza archivistica e bibliografica delle Marche
Archivio di Stato di Pesaro Urbino
Archivio di Stato di Ascoli Piceno
L'eccidio di Ostra
Trascrizioni documenti:
Matricola 23628 del Distretto di Ancona, Maggini Alessandro (a margine) MORTO (crux)
Residenza all'atto dell'arruolamento: Ancona Via Salita Pinocchio 193, uff. part. 4.
Figlio di Romolo e di Verdolini Vanda, di religione cattolica, nato il 1-3-19124 a Ancona Provincia di Ancona, Statura m. 1, 71, Torace m. 0.88, Capelli colore castano, forma ondulata, Viso ovale, Naso, retto, Mento giusto, Occhi castani, Sopracciglia idem, Fronte regolare, Colorito roseo, Bocca regolare, Dentatura sana, Segni particolari (assenti), Arte o professione Impiegato, Sa leggere sì scrivere sì, Titoli di studio Abilitazione magistrale, Cognizioni extra professionali conosce la musica.
Inscritto di leva nel Comune di Ancona Provincia di Ancona.
15 gennaio 1943: Soldato di leva classe 1924 distretto di Ancona e lasciato in congedo illimitato provvisorio.
Ha dichiarato di aver conseguito l’abilitazione magistrale li 7-10-1942.
Ha l’obbligo di frequentare i corsi Allievi Ufficiali di complemento.
10 maggio 1943 Anno XI: CHIAMATO ALLE ARMI a senso della circolare 219 G.M- 1943 XXI e giunto (informazione assente) li. LASCIATO IN CONGEDO ai sensi del n. 4 lettera E del manifesto allegato alla circolare 219 G.M. 1943 XXI (titolo di studio frequenza corsi allievi ufficiali di complemento).
16 agosto 1943: Lasciato in congedo provvisorio ai sensi del n. 4 lettera E del manifesto allegato alla circolare 466 G.M. 1946 XXI (Titolo di studio frequenza corso allievi Uff. di Complemento). Ha fatto parte della formazione partigiana “distaccamento di Ostra” in località Provincia di Ancona.
Equiparato a tutti gli effetti, per il servizio partigiano anzidetto, ai militari volontari che hanno operato nelle unità regolari nelle forze armate nella lotta di liberazione (D.L: 6-9-946, n. 93).
6 Febbraio 1944: Deceduto in seguito a fucilazione dai nazi-fascisti presso il Comune di Ostra in data 6-2-1944.
PARIFICATO AD ANCONA, 28-5-1954
L’Ufficiale di Matricola (Magg. Pietro Mazzanti) (segue firma)
Matricola 16638 del Distretto di Ancona, Galassi Amedeo (a margine) MORTO
Residenza all'atto dell'arruolamento: Ancona (34), Via S. Ubaldo [...], uff. part. Ostra
Figlio di Paolino e di Bartolini Palmina, di religione cattolica, nato il 8-2-1922 a Ostra Provincia di Ancona, Statura m. 1, 60, Torace m. 0.83, Capelli colore castani, forma ondulata, Viso ovale, Naso, retto, Mento regolare, Occhi cerulei, Sopracciglia castane, Fronte regolare, Colorito roseo, Bocca giusta, Dentatura sana, Segni particolari (assenti), Arte o professione Studente, Sa leggere sì scrivere sì, Titoli di studio 4° Istituto [...] superiore Agrario, Cognizioni extra professionali assenti.
Inscritto di leva nel Comune di Ostra Provincia di Ancona.
Li 28 maggio 1942: Soldato di leva classe 1922 distretto di Ancona, quale rivedibile, e lasciato in congedo illimitato provvisorio – deve rispondere alla chiamata della classe 1923.
Li 5 settembre 1942: ha dichiarato di avere conseguito il diploma di perito agrario in data 15 giugno 1942. Ha l’obbligo di frequentare i corsi allievi Ufficiali di complemento.
Li 20 settembre 1942 anno XX: CHIAMATO ALLE ARMI a senso della circolare 567 G.M. 1942 XX° e giunto (informazione assente).
Li 20 settembre 1942 anno XX: Lasciato in congedo provvisorio perché non compreso nella predetta chiamata (lett. E del N 2 manifesto alleato alla circolare suddetta).
13 settembre 46: Deceduto nel Comune di Ostra il 6-7-44 (atto di morte del Comune di Ostra 26-7-46 e trasferito nei registri dell’atto di morte nell’anno 1944 al n. 10 Parte 1A Serie
Parificato ad Ancona 19-2-1955.
CAMPAGNE, Azioni di merito, decorazioni, encomi, ferite, lesioni, fratture, mutilazioni in guerra od in servizio (specchio D del foglio matricolare):
Decorato alla Medaglia di Bronzo alla memoria al Valor Militare con la seguente motivazione: “Fin dall’inizio partecipava attivamente alla lotta di liberazione segnalandosi sempre per coraggio, ardimento e sprezzo del pericolo notevoli. Catturato in operazioni e tradotto davanti al plotone di esecuzione, affrontava impavido la morte con il sorriso nelle labbra” Zona di Ostra, settembre 1943-8 febbraio 1944” (Decreto del 24/12/1955 del Presidente della Repubblica, Registrato alla Corte dei Conti il 28/2/1957 – Reg. Presid. 3 foglio 262. Pubblicato nel (Bollettino) Ufficiale 1957 – Disposizione 21 – pag. 1688)
(Brevetto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 7/10/1958).
Matricola 3480 Brutti Pietro a margine, in rosso: Vedi Ruolo C.R.I. Matricola 233
Figlio di Michele e di Orazielli Maria, nato il 26-2-1906 a Ostra Circondario di Ancona, Statura m. 1, 60, Torace m. 0.88, Capelli colore castani, forma lisci, Naso greco, Mento giusto, Occhi castani, Colorito bruno, Dentatura sana, Segni particolari (assenti), Arte o professione Muratore, Sa leggere sì scrivere sì, Inscritto di leva nel Comune di Ostra, Mandamento di Senigallia, Circondario di ANCONA, Ammogliato con (valore assente), con Autorizzazione (valore assente), Rimasto vedovo li (valore assente).
Domicilio eletto all’atto dell’invio in congedo e successivi cambiamenti: Ostra – Loretello.
9 ottobre 1925: SOLDATO di leva classe 1906, distretto di Ancona e lasciato in congedo illimitato.
Li 22 aprile 1926 Chiamato alle armi e giunto
Li 23 aprile 1926: Tale nel 54 reggimento Fanteria
Li 8 Giugno 1927: Mandato in congedo illimitato in applicazione della circolare 300 G.M. 1927 perché munito della dichiarazione di conseguita idoneità nella istruzione premilitare (2° corso).
Concessa dichiarazione di aver tenuto buona condotta e aver servito con idoneità e onore.
Verificato Ancona 20 Giugno 1927.
Il capo della sezione reclutamentare.
Li 20 Giugno 1927: Tale inscritto nel 71 B. della forza in congedo di Fanteria del Distretto Militare di Ancona.
Li 30 Giugno 1933: Inscritto nel 71 B. della forza in congedo di Fanteria del Distretto Militare di Roma P.
Ha fatto parte dal 9/9/(1)943 al 6/2/(1)944 della formazione partigiana 6° Divisione Ancona nelle Marche assumendo la qualifica gerarchica parigiana “Comte Btg” (tenente).
Equiparato a tutti gli effetti (escluso il compimento degli obblighi di leva) per il servizio partigiano anzidetto, ai militari volontari che hanno operato nelle unità regolari delle FF AA (forze armate) nella lotta di liberazione (D.LL. 6-9-1946 – n°93).
Li 6 febbraio 1944: Morto nel Comune di Ostra e iscritto nel registro degli atti di morte al Comune suddetto dell’anno 1944 al n. 11 – parte prima – serie –
21 Ago(sto) 19[..] Parificato ad Ancona.
L’Ufficiale addetto (1° Cap.ne m.s. Bruno Mancinelli)
CAMPAGNE, AZIONI DI MERITO, decorazioni, encomi, ferite, lesioni, fratture, mutilazioni in guerra od in servizio (specchio D del foglio matricolare):
Ha partecipato dal 9/9/1943 al 6/2/1944 alle operazioni di guerra svoltesi in territorio metropolitano con la formazione partigiana “6a Divisione Ancona”.
Riconosciutagli la qualifica di “partigiano combattente ai sensi del D.LL. 21-8-1945 n. 518 (Foglio 6870/An in data 22/8/1959 della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Sottosegretario di Stato – Serv. Comm).
“Caduto”
Campagna di guerra 1943
Campagna di guerra 1944
Interrogatorio della vedova Tommasi
Gino Tommasi, il comandante partigiano “Annibale”, guida della Resistenza marchigiana dal settembre 1943 al febbraio 1944.
Trascrizione documento:
Verbale di interrogatorio di: Vecchini Alma, vedova Tommasi
L’anno 1945, addì 27 del mese di giugno, alle ore 11 in Ancona
Via Isonzo n. 47
Davanti a noi sottoscritti, è presente: Vecchini Alma vedova Tommasi, fu Corrado e fu Strada Annita, nata il 30-10-1896 in Ancona, ivi abitante in Via Isonzo n. 54 – casalinga, la quale opportunamente interrogata circa l’arresto, la deportazione e conseguente decesso del marito Ing. Gino Tommasi, da parte dei nazifascisti, dichiara quanto segue:
Il 10-2-1944 si recò a casa mia in Numana dove ero sfollata, il mio contadino Belardinelli Dario avvertendomi che il giorno prima la G. N. R. aveva arrestato mio marito. Egli mi aggiunse che, da qualche ora prima dell’arresto, un borghese vigilava la villa girando di qua e di la, accorgendosi di qualcosa di anormale. Il giorno dopo e cioè il 11-2-44 mi recai in Ancona e dopo di averne appreso i particolari dalle persone che erano sfollate nella villa mia; nella stessa mattinata mi recai al comando della 108 G. N. R. a villa Guglielmi dove fui ricevuta dal Capo Manipolo Gironi e Perruccio ai quali chiesi notizie di mio marito. Appena presentatami il Perruccio mi disse che mi attendeva per consegnarmi £ 4mila che mio marito aveva incaricato consegnarmi. A mia richiesta mi disse che le accuse erano molte e gravi e che prima dell’interrogatorio non poteva dirmi altro e però mi consigliava di avvertire mio fratello Rodolfo Vecchini, allora Prefetto di Pavia.
Poiché, non avevo avuto soddisfazione sulle notizie di mio marito, dissi al Perruccio che mi sarei rivolta al Comando Tedesco.
Questi mi scongiurò di non farlo perché i Tedeschi non sapevano nulla e non conveniva farglielo sapere inquanto l’arresto era stato ordinato dalla G. N. R. aggiungendo che loro: Perruccio e Gironi avevano eseguito degli ordini. Il Perruccio, suggerito da me, stentatamente mi confermò che mio marito lo avevano condotto nelle carceri di Pesaro, la mattina del 10-2-44 facendogli passare la notte dal 9 al 10 detto, al comando G. N. R.
Il Perruccio, mi aggiunse che l’indomani, nella sua qualifica di giudice della G. N. R. si sarebbe recato a Pesaro, come da ordine avuto, per interrogare mio marito, cosa che fece, provata dal fatto che, profittando di tale occasione, lo stesso giorno gli consegnai una lettera che scrissi in loro presenza, lettera diretta a mio marito e della quale, lo stesso Perruccio mi portò la risposta dopo qualche giorno e nel momento in cui egli tornava da Pesaro. Lettera che esibirò, assieme ad altre, se richieste. Per lo stesso Perruccio spesso, inviai della biancheria e libri a mio marito a Pesaro, dove ritengo lo abbiano tenuto circa 10 giorni. Ritengo che l’ordine dell’arresto di mio marito fu dato dal Console Gardini e dal Console Generale La Corte, comandante la 108 legione G. N. R. Difatti il Perruccio, appena tornato da Pesaro conferì col La Corte sull’esito dell’interrogatorio.
Chiesi al Perruccio notizie di mio marito e questi mi lusingò dicendomi ripetutamente di stare tranquilla. A mezzo del Gironi mi feci più volte annunziare al La Corte che non voleva ricevermi e quando si decise mi comunicò che, purtroppo mio marito Lo avevano denunziato al Tribunale di Guerra tedesco, quale capo dei Comunisti delle Marche, ed antitedesco e che avrebbe subito un processo avvertendomi di scegliere un avvocato. Mi recai subito dal Prefetto Lusignoli in Osimo per protestare ed evitare la denunzia di mio marito ai tedeschi, ma questi si dichiarò estraneo al fatto, dicendomi che aveva fatto tutto il Seniore Pozzo della G. N. R. di Ancona. Mi recai dal Pozzo che ributtò la colpa sul Prefetto Lusignoli proferendomi questa testuale frase, all’indirizzo di Lusignoli : “Lui è uno scarica barile”.
Sapendo che mio marito non era più a Pesaro, ne chiesi notizie al Pozzo, molto adirata, contestando al Pozzo ed al Perruccio che non era questo il modo di abbandonare un simile uomo, nelle mani dello straniero, senza più interessarsene della sua sorte e quando si era inerti dell’esito della guerra e della fine che anche loro Pozzo e Perruccio avrebbero potuto fare. Loro, tutti riverenti mi promisero che, col Lusignoli, avrebbero cercato farsi riconsegnare mio marito dai tedeschi, cosa che però non fu fatta. Da una lettera di mio marito, appresi che egli si trovava nelle carceri di Forlì, dove subito mi recai a trovarlo previo permesso della Gestapò. In questa occasione, potei notare, coi miei occhi, i segni delle atroci sevizie che mio marito aveva subito dai repubblicani di Forlì durante ulteriori e più stringenti interrogatori da parte dei nazifascisti. Tali sevizie mi furono confermate anche dalla viva voce di mio marito che mi precisò: lo passavano da una mano all’altra. Da Forlì, mio marito fu condotto a Macerata per subire il processo a quel Tribunale di guerra tedesco che però lo assolse in istruttori non riscontrando alcuna gravità nelle accuse fattegli dalla G. N. R di Ancona. E però ritenendo mio marito un nemico tedesco, questi lo internarono nel campo di concentramento di Fossoli (Modena) da dove, per il precipitare degli eventi bellici lo tradussero nel triste e famoso campo di concentramento di Mauthausen (Austria) dove, non avendo resistito a quelle sofferenze, cessò di vivere il 5-5-945, come da comunicazione avuta dalla Federazione Comunista di Milano, alla quale fu riferito il decesso di mio marito da un reduce di tale campo e nel quale, tale reduce, avrebbe assistito mio marito fino all’ultimo.
A.D.R. [a domanda risponde] = Nel 926, mio marito, per le sue idee avverse al Regime fascista fu bastonato a sangue dal noto fascista Negroni Arnaldo da Carlo Carletti e altri.
A.D.R.= Mi risulta, che autori dell’arresto di mio marito furono Pozzo- Perruccio- Gironi- un cappellano della 108 Legione G. N. R. di Ancona ed altri a me sconosciuti.
Il mio colono Belardinelli Mario e la Signora Dea attualmente abitante in questa via Filzi, sopra al Cinema Adriatico, sono in grado di dare ulteriori notizie per la identificazione di altri componenti il gruppo che procedette all’arresto di mio marito. Alla Dea ed a certa Diva essi si fecero promettere di dimenticare i loro connotati. Anche il marito della Dea: certo Sandro –triestino- può sapere molto perché sfollato nella nostra villa, da tempo condivideva le idee politiche di mio marito al quale faceva da staffetta, nel periodo della lotta partigiana e però, non so spiegarmi il perché dopo che mio marito ha tanto subito, il Sandro oltre ad essere rimasto immune da ogni conseguenza del genere, veniva messo fuori da ogni sospetto dal Perruccio che fece a me tale dichiarazione, nell’occasione di scagionare la famiglia del Sandro ed altre, sfollate nella mia villa, dalla minaccia di arrestare tale famiglia, fatta dalla G. N. R. cioè da coloro che arrestarono mio marito.
A.D.R.= Non ho altro da aggiungere.
Fatto, letto e confermato, ci sottoscriviamo:
Alma Tommasi Vecchini
Vecchione Napoleone
maresciallo di Pubblica Sicurezza”
I volti dei partigiani
Galleria fotografica con i volti di Raffaele Maderloni, Oddo Marinelli, Piero Pergoli, Alfredo Ponzetti e Alfredo Spadellini detto "Frillo".